Torre Busson

Nei pressi di Rignano, alla confluenza dei Fossi di Valle Castagna e di Monte Casale, vi è il Castello di Morolo, che si raggiunge dalla via Flaminia, imboccando al km 36,100 sulla sinistra una stradina campestre che raggiunge una moderna torretta e prosegue poi per km 3,200 sino al Castello.

Il Castello diruto di Morolo, detto ora Torre Busson, forse dal nome di un antico proprietario o affittuario, sorge su uno sperone di roccia lambito a nord dal fosso di Monte Casale, lungo un tracciato viario forse di età romana, ma certamente utilizzato nel medioevo, che collegava la Flaminia a Stabia (Faleria) costeggiando il Monte Castagna (una tagliata e basoli sparsi sono visibili poco a nord-ovest del castello). Una località Mauroro è citata in un diploma di Ottone III del 996 come proprietà del Monastero dei SS. Alessio e Bonifacio, così come il Castrum Morori o Morolum ricordato a partire dagli inizi del XIII secolo. Il castello passò poi ai Savelli, insieme agli altri del circondario, e, ridotto a casale, fu dei Tasca (1449), dei Muti (1573), degli Scapucci (1591), finchè nel 1611 fu acquistato da Marcantonio Borghese insieme a Rignano. Dell’insediamento medievale rimane una torre (XIV secolo) a base quadrata di metri 6 di lato, conservata per m 20 di altezza, in blocchi di tufo; all’interno era divisa in tre piani coperti da volte a crociera di cui restano gli attacchi, con feritoie nei due piani superiori ed apertura rettangolare originaria sul lato ovest (quella sul lato opposto è più recente). Essa era racchiusa e circondata da un palazzo rinascimentale a due piani, del quale rimangono sul lato est le pareti esterne e parte di una grande sala con camino e finestre rettangolari; una fascia aggettante in mattoni corre all’imposta delle volte. A sud si riconoscono tracce di scale e di una volta. Forse medievale è il tratto del muro di cinta parallelo alla torre sul lato ovest. A circa m 75 ad est furono scoperti (nel 1958) resti di una chiesa (e della relativa necropoli), forse la cella S. Stephani ricordata nel citato diploma di Ottone III e ancora, come bisognosa di restauri, nel 1252 «subtus castrum quod vocatur Morolum».